mercoledì 21 maggio 2008

L ‘IMMAGINE DI PADRE PIO FESTA DELLA VITA

23 Settembre: P.Pio muore, a 81 anni, le stimmate scompaiono dal suo corpo e davanti a circa centomila mila persone venute da ogni parte del mondo ai suoi funerali, ha inizio quel processo di santificazione che ben prima che la Chiesa lo elevasse alla gloria degli altari lo colloca nella devozione dei fedeli di tutto il mondo come uno dei santi più amati dell’ultimo secolo.

Il soprannaturale irrompe presto nella vita del futuro santo.


Fin da bambino riceve spesso visite di Gesù e di Maria; vedeva demoni e Angeli. Ma siccome pensava che tutti potessero avere queste facoltà non ne parlava con nessuno.

Dopo varie vicissitudine e scarsa salute nel 1916 i superiori pensano di trasferirlo a S.Giovanni Rotondo e qui sul Gargano e qui. Nel Convento di S.Maria delle Grazie. E’ qui che inizia la straordinaria avventura i taumaturgo e apostolo del confessionale. Sedici ore di confessionale al giorno per lavare i peccati e ricondurre le anime a Dio. E’ il suo ministero che attinge la propria forza dalla preghiera e dall’altare e che Padre Pio realizza non senza grandi sofferenze fisiche e morali.

Il 20 settembre 1918 riceve le stimmate della Passione di Cristo che resteranno aperte per 50 anni.

Nel ’40 per combattere con l’arma della preghiera la tremenda realtà della seconda guerra mondiale, P. Pio diede avvio ai gruppi di preghiera, una realtà delle ecclesiali più diffuse nel mondo. Con la realtà “Casa Sollievo della Sofferenza” essi costituiscono la sua realtà spirituale. Il segno di una vita tutta dedicata alla preghiera e contrassegnata da una ardente devozione alla Madonna.. Da Lei p. Pio si sentiva protetto nella sua quotidiana lotta contro il demonio “il cosacccio”. “Esiste una scorciatoia per il Paradiso?” gli fu domandato una volta. “Sì”, lui rispose “è la Madonna”. “Essa –diceva – è il mare attraverso cui si raggiungono i lidi degli splendori eterni”. “Vorrei avere una voce cosi forte –diceva – per invitare i peccatori di tutto il mondo ad amare la madonna”.

Lui steso aveva sempre la corona del rosario in mano. Lo recitava per intero tutti i giorni e soprattutto nelle ore notturne. “Questa preghiera –diceva – è la nostra fede, il sostegno della nostra speranza, l’esplosione della nostra carità”.

Il suo testamento spirituale, alla fine della vita, fu “Amate la Madonna e fatela amare. Recitate sempre il rosario”.

Molto si è scritto di lui “Farò più rumore da morto che da vivo” – La sua clientela è veramente una clientela mondiale. Perché tanta devozione per questo san Francesco del Sud?

Padre Raniero Cantalamessa lo spiega così: “Se tutto il mondo corre dietro a padre Pio – come un giorno correva dietro a San Francesco d’Assisi – è perché intuisce vagamente che non sarà la tecnica con tutte le sue risorse, né la scienza con tutte ele sue promesse di salvarci, ma solo la santità. Che è poi come dire l’amore”.


L’UOMO DI OGGI

Che cosa possiede il devoto di Padre Pio? Coloro che appartengono ai “Gruppi di preghiera” che cosa portano nella Chiesa a riguardo alla Fede la Carità, l’Eucarestia? Le reliquie, un corpo? La sindone delle sue sofferenze: Guanti, camicie, e quant’altro per ricordarlo e renderlo vivo e presente nella vita e come intercessore presso il Padre?per ricevere da lui grazie e guarigioni?

Qual è il compito spirituale di Padre Pio?

Sicuramente lasciare nel cuore dei suoi devoti una testimonianza di vita santa e offerta e di una cammino profondo e perseverante verso il Signore e con il Signore che si chiama preghiera ed Eucarestia vissuta quotidianamente.

La Messa celebrata prima e poi ascoltata come ringraziamento.

L’uomo del Tabernacolo dopo l’altare e tutta la sua vita ruota attorno a questo Tabernacolo diventando il centro di gravitazione di tutto ciò che l’aiutava ad essere nel Cristo a servizio dei fratelli.

A chi si raccomandava alle sue preghiere diceva: “Lo dirò a Gesù sacramentato, quando sarò vicino al suo Tabernacolo”. (Ep.1,217).

Vieni sempre, Gesù mio vieni,

possiedi tu solo il mio cuore. Oh se avessi infiniti cuori, tutti i cuori del cielo e

della terra, anche il cuore della Madre tua, tutti tutti li offrirei a Te.

Gesù mia dolcezza mio amore amor che mi sostiene, grazie…arrivederci. (Diario 54)




CHE COSA CERCA IL CREDENTE QUANDO CERCA, PREGA E SI RIVOLGE A P.PIO?

Un soffio di vita nuovo. Un desiderio grande di diventare vero testimone del Cristo.

Un missionario senza frontiere. Un paniere di felicità per saziare i poveri del mondo.

Ripercorrere un cammino di santità vissuto e consumato sotto e sulla Croce non lasciando mai solo il “Diletto” “L’Amore” il Consolatore, la Verità e Vita senza fine.

P. Pio è stato e continua a testimoniare nella Chiesa la sua obbedienza umile e sottomessa fino a nascondersi dal volto “degli uomini” per rimanere per sempre alla sua presenza. Diventare solo vittima di espiazione e di consolazione. Diventare altare del mondo sul quale sacrificare, e consumare, il peccato e la sofferenza dell’umanità. Perorare presso Dio le richieste di preghiera e di richiesta di tutti i “suoi figli spirituali”. Diventare segno di fede, di carità, a servizio della Chiesa e del regno di Dio.

P.Pio insegna ancora oggi a diventare immagine di vita nella quotidianità vivendo l’umiltà, la pazienza, il silenzio, la purezza, la carità.


martedì 20 maggio 2008

IL CIELO SULLA TERRA PER VIVERE INSIEME

Cari amici,
ci sono tempi di vita nei quali l’uomo e tutto l’uomo viene coinvolto in un abbraccio di sentimenti e di ricordi. I giorni di Natale rappresentano per molti di noi un augurio di immensa bellezza che passa di cuore in cuore per ridare momenti lunghi di splendore e di umiltà a questa umanità.
Il rammarico di avvenimenti che hanno sciupato l’armonia della vita e portato il pensiero dell’uomo a temere la sua stessa esistenza, non si perdono nel tempo cosi facilmente.
I sogni più profondi di ciascuno però, si ricompongono là, dove la Vita è stata offerta e donata con immenso amore e il suo calore invade, in profondità, sempre, i nostri giorni.
Portare il Cielo sulla terra è solo “compito” di Dio: E’ la certezza della sua bontà e della divina Trinità.

Il cielo è il grande vestito di Dio che copre tutta la vastità della creazione e permette all’uomo di vedere, raggiante, tutto ciò che Lui offre come silenzio e perfezione.

Questa vela nel vento dell’eternità è diventata segno e profezia per tutti coloro che acclamano, come gli Angeli, alla presenza del Messia incarnato a Betlemme e vissuto per trent’anni su quelle strade, dove oggi , si offre solo clamore e morte.
La sua presenza e la sua Parola riecheggiano ancora nel tessuto di questa società distratta ma in cerca di speranza e di bontà. Questa buona semente nei cuori degli uomini aspetta solo di essere vivificata da una profonda fede e da una comunione di dolcezza che avvolga tutto il cuore dell’uomo. La Chiesa non ha paura di offrirsi con la sua povertà e diventare lei stessa Betlemme per il mondo, dove il Bimbo di Maria e il Figlio di Dio si lascia dimenticare dai più, per restare certezza di luce e di canto per coloro, che negli abissi della preghiera e della lode vedono l’affascinante adorazione dell’Emmanuele dell’eternità.

A Gerusalemme, in quella terribile notte tra il giovedì e il venerdi, gli Apostoli hanno vissuto l’improvvisa tempesta del nuovo Re della terra, ma dal quel trono è uscita la luce per tutti coloro che nell’Eucarestia si sono lasciati vivificare per cambiare nel cuore e nella vita. Porto nell’intimo la certezza che da ogni Natale ricevo la forza di gridare al mondo che il tempo del male si è fatto breve e la gioia di vivere insieme ha già un lungo cammino nel cuore di coloro che amiamo e portiamo nelle ore del nostro pellegrinaggio sulla terra.

E’ possibile raccogliere da questa festa l’invito a non essere più soli nella paura e nella sofferenza; è possibile per tutti, ai piedi di questa culla, far entrare il cielo, con le sue infinite benedizioni, nei campi vivi di ogni realtà dell’uomo.
Voglio credere, che questa pioggia di gloria che scende dai cieli porti, nel cuore di tutti, il desiderio di una danza divina che cancelli i passi stanchi di molti volti e immagini di questa umanità.
L’uomo ha raccolto molto da ciò che si logora facilmente e toglie frutti di allegria duratura; vediamo questa società in bilico tra il vivere l’eternità in Dio e consumarsi giorno dopo giorno nel peccato di valorizzare i beni che si consumano nell’attimo del suo viaggio.
A tutti è consegnata la lampada della pace che viene alimentata da quel sorriso e condivisione che si chiama solo Amore.
In Natale è la Benedizione del Padre a ogni figlio della terra perché insieme possiamo intonare l’inno del vivere come dono gli uni per gli altri nella grande brocca dissetante del cielo che è venuto sulla terra.

p. Antonio Zanotti

PENTECOSTE

“Ecco il Signore è con noi”. Oggi il Signore è con te. Muove la tua vita. Ti riempie di forza dall’alto. L’energia divina diventa tuo possesso e tua forza. Preparati a “svuotare” - liberare - il cuore e la mente. Preparati, con la preghiera a lasciare entrare, la forza e la potenza dello Spirito Santo. E’ il momento solenne nel quale il Signore, prende te “come suo possesso” e ti vuole nuova creatura. A Tutti, oggi, il Signore, fa compiere “grandi cose”; ci riempie di forze nuove. Uno spirito nuovo farà del nostro cuore una fiamma accesa per sempre per illuminare il cammino dell’esistenza. Prima della preghiera, dell’ascolto della Parola, chiediamo perdono di tutte le nostre miserie e povertà. Il Signore ci purifichi e ci assolva dalle nostre povertà e miserie che abbiamo compiuto in pensieri, parole e omissioni, ci doni la certezza della bellezza interiore. Il Signore ci purifichi per sempre con il suo perdono e la sua grazia. Siamo davanti al Signore come Mosè sul Sinai, Elia sull’Oreb, i tre discepoli prediletti sul Tabor: la Luce di Cristo diventa dono e manifestazione di presenza viva, ricca di amore e misericordia. E’ il momento della purificazione e della manifestazione della potenza di Dio: Gesù guarisce. Oggi abbiamo bisogno in modo particolare della sua presenza in mezzo a noi. La sua presenza diventi la manifestazione di Dio fatto segno di meraviglie nuove. Abbiamo bisogno di Lui per il nostro oggi, per il futuro. Abbiamo bisogno di aiuto, di chiarezza e di certezze per la famiglia, perché i figli e i giovani, gli adulti e gli anziani, vincano insieme, la solitudine del cuore e la tristezza della vita. Il male viene sconfitto con un raggio della sua Luce: viene il datore dei doni, scende su di noi lo Spirito Santo. E’ la Nuova Pentecoste che noi invochiamo e preghiamo: siano colmi di Spirito Santo. Oggi, il Signore, verità piena, perdona tutti i tradimenti, le “fughe” dal suo Amore, dalla preghiera, dalla capacità di restare in meditazione, di imparare ad essere adoratori della sua Persona, in spirito e verità. Oggi a tutti viene donata la forza della vittoria. Maria, qui presente, interceda presso la Trinità, Lei piena di Spirito Santo apra il nostro cuore e la vita all’accoglienza del dono dello Spirito. Ci aiuti il silenzio interiore e la preghiera. Scendano oggi, su tutti voi con la forza dello Spirito, i suoi santi doni. Il vostro cuore e il vostro corpo possano contenere la potenza, la forza dell’amore di Dio. Oggi e per sempre possiate riavere la pace, la gioia di vivere perfettamente, la comunione fraterna, i rapporti di amicizia vera con tutti. Le famiglie si riuniscano nell’amore, i figli siano riconoscenti per il dono della vita e siano speranza viva di bene e di bontà per i genitori. Oggi e per sempre il Signore compia grandi prodigi nel cuore dei giovani: siano chiamati ad una vocazione forte di fede e fiducia, testimoniata e vissuta in tutto il cammino della loro vita.