Cari amici,
ci sono tempi di vita nei quali l’uomo e tutto l’uomo viene coinvolto in un abbraccio di sentimenti e di ricordi. I giorni di Natale rappresentano per molti di noi un augurio di immensa bellezza che passa di cuore in cuore per ridare momenti lunghi di splendore e di umiltà a questa umanità.
Il rammarico di avvenimenti che hanno sciupato l’armonia della vita e portato il pensiero dell’uomo a temere la sua stessa esistenza, non si perdono nel tempo cosi facilmente.
I sogni più profondi di ciascuno però, si ricompongono là, dove la Vita è stata offerta e donata con immenso amore e il suo calore invade, in profondità, sempre, i nostri giorni.
Portare il Cielo sulla terra è solo “compito” di Dio: E’ la certezza della sua bontà e della divina Trinità.
Il cielo è il grande vestito di Dio che copre tutta la vastità della creazione e permette all’uomo di vedere, raggiante, tutto ciò che Lui offre come silenzio e perfezione.
Questa vela nel vento dell’eternità è diventata segno e profezia per tutti coloro che acclamano, come gli Angeli, alla presenza del Messia incarnato a Betlemme e vissuto per trent’anni su quelle strade, dove oggi , si offre solo clamore e morte.
La sua presenza e la sua Parola riecheggiano ancora nel tessuto di questa società distratta ma in cerca di speranza e di bontà. Questa buona semente nei cuori degli uomini aspetta solo di essere vivificata da una profonda fede e da una comunione di dolcezza che avvolga tutto il cuore dell’uomo. La Chiesa non ha paura di offrirsi con la sua povertà e diventare lei stessa Betlemme per il mondo, dove il Bimbo di Maria e il Figlio di Dio si lascia dimenticare dai più, per restare certezza di luce e di canto per coloro, che negli abissi della preghiera e della lode vedono l’affascinante adorazione dell’Emmanuele dell’eternità.
A Gerusalemme, in quella terribile notte tra il giovedì e il venerdi, gli Apostoli hanno vissuto l’improvvisa tempesta del nuovo Re della terra, ma dal quel trono è uscita la luce per tutti coloro che nell’Eucarestia si sono lasciati vivificare per cambiare nel cuore e nella vita. Porto nell’intimo la certezza che da ogni Natale ricevo la forza di gridare al mondo che il tempo del male si è fatto breve e la gioia di vivere insieme ha già un lungo cammino nel cuore di coloro che amiamo e portiamo nelle ore del nostro pellegrinaggio sulla terra.
E’ possibile raccogliere da questa festa l’invito a non essere più soli nella paura e nella sofferenza; è possibile per tutti, ai piedi di questa culla, far entrare il cielo, con le sue infinite benedizioni, nei campi vivi di ogni realtà dell’uomo.
Voglio credere, che questa pioggia di gloria che scende dai cieli porti, nel cuore di tutti, il desiderio di una danza divina che cancelli i passi stanchi di molti volti e immagini di questa umanità.
L’uomo ha raccolto molto da ciò che si logora facilmente e toglie frutti di allegria duratura; vediamo questa società in bilico tra il vivere l’eternità in Dio e consumarsi giorno dopo giorno nel peccato di valorizzare i beni che si consumano nell’attimo del suo viaggio.
A tutti è consegnata la lampada della pace che viene alimentata da quel sorriso e condivisione che si chiama solo Amore.
In Natale è la Benedizione del Padre a ogni figlio della terra perché insieme possiamo intonare l’inno del vivere come dono gli uni per gli altri nella grande brocca dissetante del cielo che è venuto sulla terra.
p. Antonio Zanotti
martedì 20 maggio 2008
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1 commento:
Penso che il cielo, sia davvero quì sulla terra ma a volte si fa fatica ad accorgersene
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